Una storia semplice è un racconto complesso di 66 pagine, che scorre veloce e accompagna perfettamente quel tempo che va da quando hai finito di mangiare a quando arriva l’ora di andare a dormire. Un dopo cena che fa meglio del digestivo, al fegato di certo.
Il protagonista è un brigadiere, che trova un cadavere in un villino di campagna abbandonato da anni, la risoluzione del caso è del tutto inaspettata e nasconde senza mai citarla l’ombra della mafia siciliana.
E’ un libro in cui anche la seconda di copertina con la dedica è importante per darne un senso in più visto la ristrettezza delle pagine, particolarità che ho apprezzato molto:
Ancora una volta voglio scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano della giustizia.*
E se di giustizia si parla, purtroppo questa ci fa una magra figura sopratutto nelle persone che dovrebbero incarnarla che per convenienza, per timore o tornaconto personale provvedono al meglio per raggirarla:
<< L’italiano non è l’italiano: è il ragionare >> disse il professore. << Con meno italiano, lei sarebbe forse ancora più in alto >>. La battuta era feroce. Il magistrato impallidì. E passò a un duro interrogatorio.
Una storia semplice sì, ma vecchia come il mondo.
*DURRENMATT, Giustizia
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