Armstrong

Il protagonista numero 1 si chiama Gilberto. Che non è un nome da personaggio eroico, piuttosto da impiegato del fisco. E forse anche per questo non puoi non simpatizzare per Gilberto, così abitudinario eppure così fuori dal comune, dopo le prime 3 pagine. Ma andiamo con ordine: Gilberto è un uomo di cinquant’anni sopravvissuto ad un divorzio, ai figli andati via di casa e alla crisi economica. Un uomo che conduce un vita monotona e sempre uguale che sfiora la crisi di mezza età.
Per caso, un vecchio vicino di casa gli lascia in eredità una busta indirizzata ad una certa Teresa e alcuni oggetti. L’oggetto più voluminoso è Armostrong, un meraviglioso cane rimasto orfano del padrone. Gilberto, convito che la vita gli abbia riservato questa opportunità, lascia il lavoro da cui non riceveva alcuno stimolo da tempo e parte con Armstrong alla ricerca di Teresa, riscoprendo prima se stesso e poi il mondo con occhi nuovi.

E’ un libro piacevolissimo, scritto con semplicità, non perché gli autori siano banali, affatto, ma Armstrong, che incarna nel libro il buon senso, è l’esempio lampante di come un cane possa con uno sguardo prendere una decisione di senso compiuto in mezzo al maremagnum degli umani viaggi mentali. Gilberto è un po’ tutti noi, annoiati dalla routine, che trova uno slancio a cui attaccarsi (un po’ come Felice Beluzzi, Fuga sul monte Kenia, Ndr) e riscopre la vita attraverso i sapori, le cose semplici. E’ quello che spesso leggiamo online “lascia un lavoro sicuro per viaggiare e non si pente”, che diciamocelo tutti vorremmo fare e ben pochi hanno il coraggio di tentare.
E’ un libro tenero ma che fa pensare, è un libro estivo.. e se sotto l’ombrellone si inumidiscono gli occhi alla fine del volume, anche questo fa parte dello sbarco sulla luna!

 

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