36.
Giorni strani quelli delle feste. Rumorosi, familiari, pensierosi, silenziosi, meditativi, viaggianti.
Per me, quest’anno soprattutto itineranti. In 11 giorni, ho percorso in macchina 2000 km giusti giusti, posso solo vantarmi di aver passato più ore alla guida che seduta a tavola a magiare. Non che questo sia servito a tenermi lontana dal cibo, perché i ritagli di tempo sono passati tra agnolotti, salami, torroni, salmoni, pizze, tartine, maionese, panettoni, non necessariamente in quest’ordine.
Avrei voluto scrivere molto, leggere moltissimo e recuperare il sonno perduto. Ovviamente inutile dire che tutti i miei buoni propositi sono andati in fumo. Ma l’anno è appena cominciato, ho altri 365 giorni per rifarmi.
Il mio libro in spagnolo, neanche a dirlo è lì dormiente dal 21 dicembre, più o meno come il mio idioma, si è assopito prima del cenone e aspetta ancora di ricevere degli stimoli iberici per rinsavire, ma al momento di iberico il mio palato si deve accontentare solo del prosciutto… ultimi giorni italici, godiamoceli!
Gennaio da sempre vuol dire molte cose: oltre ai fallimenti dei propositi vecchi e nuovi, è anche il periodo del rinnovamento, della famosa “lista” delle priorità, del mio compleanno, e del “tutto può succedere”, devo dire che dopo il catastrofico 2018 mi accontenterei anche solo di un “che vada tutto bene”.
Tra le cose che vorrei fare nel nuovo anno me ne vengono in mente di getto 3:
- Andare a vedere il ritorno di Mary Poppins
- Comprare un vestito verde (perché verde poi?)
- Trovare una casa enorme, con un terrazzo e una cucina giganteschi, economica e con il riscaldamento a gas.
Troppo dite?
Mah.. gennaio è il mese 1 occorre partire con alte aspettative! Sarà un anno meraviglioso!
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