Un libro indispensabile e necessario. Come un perfetto bagaglio a mano
Due cose fanno, per me, di questo libro una bella lettura:
- Mi è stato regalato per il mio compleanno da un’amica, che il che già costituisce un valore aggiunto.
- Sono una fan del bagaglio a mano. Più dello zaino che del trolley soprattutto perché non lo devi sollevare in corrispondenza dei gradini.
Ad ogni modo, come spesso mi capita leggendo il retro di copertina, non avevo capito niente della trama del libro. A dirla tutta, avevo capito che fosse la storia di un giornalista che per fare un reportage in Corea era finito nelle “mani sbagliate” e si era ritrovato sepolto vivo, costretto a ripercorrere la sua vita sotto 2 metri di terra in una cassa da morto.
Diciamo che non avevo completamente travisato la trama, ma neanche centrato l’argomento… La cassa da morto c’è davvero, Romagnoli è davvero un giornalista, la Corea fa da sfondo a tutta la vicenda, ma il protagonista non finisce per caso sepolto vivo, ci finisce volontariamente.
Sembra che in Corea, visto l’altissimo tasso di suicidi, sia tristemente diventato di moda eseguire un rituale in cui il soggetto che intende porre fine alla sua vita, si affidi prima dell’estremo saluto ad agenzie altamente specializzate che ti permettono di similare la tua morte: ti preparano la cassa, ti fanno indossare un vestito senza tasche,
perché, come si dice a Napoli, “l’ultimo vestito è senza tasche”
ti fanno scrivere una lettera in cui puoi salutare 5 persone importanti per la tua vita e poi ti mettono dentro la cassa, ti seppelliscono e dopo alcuni minuti la riaprono riportandoti alla vita, in questo caso non bisogna neanche attendere 3 giorni prima di risuscitare.
A quanto pare questo processo ha notevolmente diminuito i tassi di suicidio perché la persona sembra rivalutare in questa “messa in scena” tutta la sua vita e quando torna alla luce, nel senso reale del termine, è rigenerato, rinnovato, pronto a considerare il tutto sotto una nuova prospettiva e ad abbandonare l’idea di terminare sua esistenza.
Romagnoli, vive l’esperienza e da qui nasce Solo bagaglio a mano, un libro che fa bene, che ti aiuta senza indottrinarti a valutare le cose per quelle che sono, a vivere le emozioni senza sovraccaricarsi di altro inutile e ingombrante, perché uno zaino è più che sufficiente a contenere quello che ti serve per un’esistenza piena.
Ho pensato che se importassi questo business in Italia chiamerei l’agenzia Lazzaro & co., anche per dare un po’ di compagnia al personaggio biblico che non ha mai potuto confrontarsi con nessuno sulla sua esperienza di rinascita, chissà cosa avrebbe da dire al riguardo.
Valutazione
L’ha ribloggato su Alessandria today.
Come scrivi tu, è un libro che fa bene, un libro che bisognerebbe leggere ciclicamente nella vita perché gli spunti di riflessione non mancano ma spesso, travolti dalla quotidianità, possono essere dimenticati. A questa mia prima lettura ho già messo in pratica un piccolo insegnamento: ho cancellato dalla mia rubrica del telefono tutti quei contatti “che non si sa mai…”
“Che non si sa mai” cosa?
Grazie per questo bel suggerimento!
Grazie a te Giulia del bel commento!
E’ proprio un libro che fa bene…andrebbe letto e riletto per ricordarsi delle cose che contano davvero! Consiglio anche Coraggio, sempre di Romagnoli. Un’altra pillola di serenità. 🙂
Ritorno a questo libro perché il tuo progetto di “360 post fanno un libro?” mi ha rinnovato i buoni propositi di quest’estate: dopo i contatti sul cellulare, questa volta è toccato agli amici di facebook. Li ho ridotti a 170 (meno della metà di quelli che avevo). Credo che, agli albori di Facebook, si siano spese tante parole sul significato della parola “amici” usata in questo contesto ma col passare del tempo e con l’avvento di tanti nuovi social network penso sia passato in secondo piano.
Beh, grazie a questo libro di Romagnoli e soprattutto grazie a te…non per me!
Forse questa mia mossa a-social non gioverà alla diffusione di questo tuo fantastico 6recensito…ma chissà che non sia uno piccolo spunto di riflessione per iniziare un piccolo confronto con altri tuoi lettori.
Sono spesso accusata di essere “anziana inside” (sebbene la mia carta di identità dica che ho 37 anni)…forse dovrei adeguarmi e creare profili su Instagram o similari. Ma anche no.
Comunque grazie per farmi compagnia tutti i giorni.
Brava Giulia! Credo che Romagnoli andrebbe tenuto sul comodino e sfogliato quotidianamente. Se è vero che gli amici veri si contano sulle dita di una mano, immagino che occorra fare ancora una potatura decisa. Ma senza fretta. A me gli “anziani inside” sono sempre piaciuti!
E grazie a te che leggi e commenti aiutandomi a tenere in vita questo progetto!