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Mi sono accorta che il titolo 360 post fanno un libro? Non aveva più senso. Per due motivi:
- Inserire il numero 360, rimanda quasi immediatamente ai giorni dell’anno. Supporrebbe il fatto che io sia talmente diligente da scrivere un post al giorno, ogni giorno, cercando di tenere fede a quello che mi ero promessa al numero 1 di questa sessione.
Contravvenendo a tutte le regole dei manuali di digital marketing, che consigliano una presenza quotidiana sui social e online per avere un prodotto di successo, mi arrendo.
Non sempre ho qualcosa da dire. E siccome credo che siano i contenuti a dare forma ai progetti, meglio tacere che “parlare” per dare fiato alla bocca. - Il titolo, era nato, da una provocazione: la tendenza sempre più viva che chiunque ha raggiunto il successo, si sente legittimato a scrivere un libro per raccontare la sua esperienza. Le librerie sono piene di libri scritti da ghostwriter, pagati per raccontare la storia di qualcun altro: meglio se un calciatore/cantante/attore di successo con un passato nelle favelas, una famiglia povera, un parente malato terminale.
Ma, ho preso coscienza che questo spazio era nato con l’idea di avere un luogo dove coltivare una passione e scrivere cose, non certo per criticare l’operato degli altri.
Da oggi, dopo queste elucubrazioni mentali notturne, ho deciso di cambiare nome a questo insieme di post numerati, scritti ad intervalli irregolari, su argomenti vari: divagazioni e altre storie. Il perchè è evidente.
Andiamo al sodo
Scrivere un blog, è per me molte cose:
- uno spazio privilegiato dove esprimersi
- un’occasione di apertura
- una certa fatica nel cercare di dare un senso logico a tutti gli elementi che lo compongo senza snaturare la sua origine che risiede nelle recensioni di libri.
Ma NON è anche molte: per esempio non è il mio lavoro. Purtroppo. (Per il posto di AD di Feltrinelli sono sempre disponibile! ) E per dedicare ampio spazio ai libri occorre leggerli e per leggerli ci vuole tempo. E’ la vecchi storia che per fare il tavolo ci vuole il legno.
Ad ogni modo, tutta questa divagazione, per l’appunto, per dire che il dna di questo sito sono i libri, il resto sono altre storie, e vanno chiamate con il loro nome, senza avere la presunzione di categorizzarle sotto un appellativo che non gli corrisponde o pretendere di parlare di letteratura quando invece parlo di trasloco e delle mie piante sul balcone.
Quindi ampio spazio ai post, senza termini numerici a deciderne la fine e ampio spazio alle chiacchiere da vasca da bagno.
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