48.
Come l’asino cotto.
L’annoso problema dei calzini, ne sono certa mette a dura prova anche le massaie più integerrime e devote.
Mi trovo a raccogliere il bucato e ad avere finalmente uno spazio dove riporre tutte le cose, è ovvio che su questa scia di immacolaggine (?) e novità anche tutti i vestiti vogliono essere riposti in maniera ordinata, in scala di colori, in abbinamento di materiali. Lo so, durerà 3 giorni, però la vita è anche fatta di attimi infondo e quando la prossima settimana guarderò un ammasso di cose riposte a caso dirò… bè c’è stato un tempo in cui tutto era perfetto poi.. fu sera e fu mattina e fu il caos, la storia la conosciamo.
Ad ogni modo i calzini mi mettono in difficoltà, perchè sono molti, non si sa mai come metterli e si perdono sempre. Per ovviare, ho adottato una tecnica che a casa mia era assolutamente bandita: quella di inserire un calzino dentro l’altro facendo una specie di palla. Mia mamma direbbe che così si rovinano tutti gli elastici, sì mamma, lo so che lo stai pensando, però mi sono detta che il tempo di vita di un calzino giustifica la sua collocazione.
Adesso praticamente nel cassetto abbiamo delle bombe a mano a forma di calzetto, tanto brutte da vedere quanto comode, mi auguro da indossare.
Non siamo riusciti a sfuggire allo spaiamento, ho trovato come sempre un calzino solitario, come sia possibile non lo, ma succede sempre. Ho pensato di metterlo lo stesso a “bombetta” per amplificare l’effetto sorpresa, sono sicura che in uno dei prossimi lavaggi avremo un altro singol da appaiare.
Cosa usi la lavatrice per digerire tutti i calzini che ingerisce è un mistero che nemmeno Piero Angela è ancora riuscito a svelare.
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