47.
La camera da letto.
Gli omini di Ikea di “ini” non avevano proprio nulla e neanche di svedese, piuttosto assomigliavano ad energumeni latino americani dai modi gentili.
Sono arrivati in 3, hanno monopolizzato la casa, posizionandosi ciascuno in uno spazio diverso e in meno di due ore hanno confezionato la camera da letto. Io assistevo dal mio trespolo della cucina a questo spettacolo da cantiere con personaggi che a ciclo continuo mi passavano davanti portando oggetti di scena una volta un letto, una volta una cassettiera, poi le porte dell’armadio…il tutto infarcito da colpi vigorosi di martellate, avvitatori, trapani.
Il montatore vicino alla cucina, per rendere più piacevole il suo lavoro, aveva deciso di mettere in sottofondo della musica latina a tutto volume. Ho evitato di dirgli che il mio lavoro consiste nello stare al telefono e cercare di interloquire con soggetti che stanno dall’altro capo della cornetta. Ho pensato che contraddire un omone di 150 kg e 1.90 m di altezza con un cacciavite in mano non fosse una buona idea.
Ad ogni modo il risultato finale è di assoluta soddisfazione.
Abbiamo un armadio, che effettivamente sembra poter accogliere tutta la nostra roba nonostante non ci siano, ameno a prima vista, porticine che conducono in luoghi ameni pieni di borse e vestiti invisibili agli occhi.
Una cassettiera che ci sta giusta giusta e un letto di quelli che si alzano e che possono contenere sotto il materasso l’equivalente di un armadio a due ante ma in orizzontale o un sarcofago, dipende dall’uso che uno vuole farne.
Insomma ci siamo. E’ tutto molto bianco, molto immacolato, molto intonso. Ma sembra una stanza simpatica così a prima vista.
Ora non ci rimane che iniziare la grande migrazione dei vestiti e degli oggetti. L’ho già detto vero quando sono felice che i libri siano in formato digitale vero?
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