Dopo “il rumore del mondo” (finalista Premio Strega 2019), Benedetta Cibrario torna con un nuovo volume “Per ogni parola perduta” edito sempre da Mondadori, in uscita a novembre.
Per ogni parola perduta: la storia
Sofia è una giovane italiana che vive a Oxford da quando, dopo una lauree in Lettere Classiche, decide di lasciare la sua città in favore di un’esperienza all’estero che diventa permanente.
In Italia non ha amici, né relazioni, solo una madre in crisi depressiva da anni che riversato le sue attenzioni sui cani che vivono con lei e un padre che si è costruito un’altra vita ormai da molti anni lontano da casa.
In Inghilterra non l’aspetta nessuno se non la certezza di potersi costruire un futuro con le proprie capacità. Perfeziona la lingua e si iscrive al corso per tessitori al Textile Con- servation Centre (TCC).
E’ brava Sofia, precisa e veloce, non ci mette molto a farsi notare per le sue capacità.
Durante un seminario conoscerà Edmund, eccentrico londinese e appassionato collezionista di mongolfiere.
Oxford è la città delle eccellenze e non sorprende che proprio qui, incontri Nicola, storico, accademico e vincitore di una borsa di studio che gli permette di seguire i suoi studi dedicati alla diaspora russa in Italia.
Tra Sofia e Nicola scatta subito l’amore che si manifesta nella convivenza in una decadente quanto affascinante casa vittoriana, scandita dal lavoro in laboratorio di lei e i continui viaggi di lui in Italia; ciascuno assorbito dal suo campo eppure ognuno dedito all’altro.
Nicola è sul bus per rientrare a Oxford, quando il mezzo sul quale sta viaggiando perde il controllo e lui perde la vita.
La svolta
Sofia entra in uno stato di apatia, fatica a fare tutto anche a trovare un motivo per alzarsi al mattino.
Edmund, con la sua amicizia non convenzionale e invadente la sprona a ricominciare a lavorare; è infatti entrato in possesso di un oggetto rarissimo: una mongolfiera del 1784, che si è alzata in volo una volta a Chambery. Vorrebbe che Sofia la restaurasse perchè lui la potesse esporre nel suo museo prossimo all’apertura.
Per mesi la sua richiesta rimane inascoltata, poi un giorno finalmente l’apertura del baule, la scoperta della tela, di un biglietto cucito all’interno delle cuciture di un pallone, la restaurazione dell’oggetto prezioso. Ma le richieste di Edmund non sono finite, vorrebbe che Sofia andasse a Chambery per indagare sul campo e scoprire qualcosa in più su Xavier de Maistre, salito sulla navicella insieme all’amico Louis Brun.
Chambéry e la rinascita
A Chambéry, Sofia fa amicizia con la giovane libraia Pauline, che ha ereditato la libreria dal padre e che naviga in pessime acque finanziarie.
Pauline procura alcuni libri a Sofia che inizia ad indagare, più scava nella vita di Xavier, più lenisce il suo dolore.
La vita a Chambéry la risana piano piano, complici le giornate lente, una città semideserta e un’amicizia sincera con Pauline.
Sullo sfondo compaiono la Russia, e rimandi a Nicola sono immediati, i tentativi maldestri di giovani entusiasti esploratori dei cieli, le sue personali vicende famigliari. Tutto contribuisce a vedere con una luce nuova il suo lutto, le sue mancanze e a ristabilire dall’alto la prospettiva con una nuova luce.
C’è sempre da fare i conti con il tempo, che veglia sulle vicende del mondo, le trasmette a suo piacimento, annac- quate o distorte. Il suo potere sulle cose umane è così sal- do che gli antichi ne hanno fatto, coerentemente, una divi- nità. La vita, caro Xavier, si estingue, ma ne resta l’aroma.
Un libro intenso dal profumo invernale.
Parla di morte, di dolore ma anche di resilienza, di audacia e riscatto.
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