Sicilia

Sicilia, terra di talenti.

La poesia trovo, abbia un grande pregio. Per essere compresa va letta lentamente, possibilmente riletta.

Vincenzo Calì, attraverso le parole dà vita ai dipinti di Lorenzo Chinnici. I due siciliani raccontano, uno attraverso i colori vividi e precisi la fatica dei lavoratori nei campi, i paesaggi assolati, le maestranze durante la paranza, l’altro con i versi li rende reali, parlanti, veri.

La Sicilia ha sfornato grandi autori, penso a Giovanni Verga, Luigi Pirandello ma anche al ben più contemporaneo Camilleri, tutti trovo, siano accumunati da una passione sincera per la loro terra, per i suoi colori, per quel senso del vero che in Sicilia sembra un po’ più vero che in altre regioni. Vedo in queste poesie che accompagnano le tele di Chinnici lo stesso DNA, lo stesso mare, la stessa gente affaccendata e genuina.

Sono onesta, mentre i dipinti sono immediatamente riconducibili ad un pensiero, ad un’azione, non posso dire lo stesso per le poesie che vanno assaporate ad un ritmo diverso, più lento, per essere comprese appieno, ma non per questo sono meno ricche di significato.

D’altronde come dice Leonardo Da Vinci e riprendendo la prefazione:

La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede”. “La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca.

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