Erede del Conte di Montecristo

Sete di vendetta ne abbiamo?

Tutti conosciamo Il Conte di Montecristo e la vicenda di Edmond Dantes che si snoda nel capolavoro di Dumas. Pochi, credo, conoscano invece questo romanzo che è la rivisitazione in chiave moderna del libro del 1844.

La trama, è molto simile ma traslata ai tempi nostri: il giovane Edmon Dantes invece di essere un marinaio prossimo alla promozione a capitano, è un giovane impiegato di una casa di spedizioni di Livorno. Inviato a Londra per lavoro viene coinvolto in un incidente sapientemente architettato dalla principale azienda spedizioniera concorrente. Il ragazzo rimane in coma 3 anni e al suo risveglio prepara la sua vendetta.

Non manca ovviamente il tesoro, infatti Michele, questo il nome del protagonista, conosce in ospedale un vecchio colonnello tunisino che gli rivela i suoi studi sulla ricerca del tesoro dell’erede del Conte di Montecristo. Michele, seguendo il suo istinto e unendo i pezzi del puzzle diventa l’unico proprietario di una fortuna inestinguibile nascosta in un’isola del Mediterraneo. Oramai ricchissimo il ragazzo si prende via via la sua rivincita screditando tutti i suoi nemici, mentendo sempre celata la sua identità.

Per portare a termine il suo piano si nasconde sotto mentite spoglie: Duca di Montecristo, oppure Lord Winter, o come Padre Breson o Sindbad il Marinaio. Non manca di fare delle buone azioni elargendo forti somme di denaro a chi invece si è schierato dalla sua parte.

Diciamo, non me ne voglia l’autore, che cimentarsi con un mostro sacro come Dumas e un opera universalmente riconosciuta come il Conte di Montecristo, non sarebbe stato facile per nessuno, nemmeno per scrittori ben più navigati, tanto per mantenere un paragone calzante.
Le analogie sono moltissime, a discapito dell’originalità che avrebbe aiutato a dare un differenza più marcata al testo.

Gli elementi per una storia per ben architettata ci sono tutti: vendetta spietata, soprusi e mistero. Non è sempre detto che però mischiando farina, lievito uova e zucchero venga fuori una torta. Forse per questo sono nati i plumcake.

 

 

Chi si fosse perso la mia recensione sul Conte di Montecristo la può trovare qui

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