Il nuotatore è un racconto di forse nemmeno 20 pagine, di John Cheever.
Narra la storia di un uomo, apparentemente un aristocratico borghese americano, che in una bella giornata d’estate decide di ritornare a casa sua a nuoto.
O meglio, di attraversare la contea passando da una piscina di una residenza privata ad un’altra, fino a raggiungere la sua villa.
Chi è il nuotatore?
Neddy Merrill, non più giovanissimo, ma comunque ancora agile nel corpo atletico e ben proporzionato sta facendo colazione sulla terrazza assolata di una villa. Quando improvvisamente decide che è tempo di un’avventura. (Mi ricorda qualcuno…)
Quale giornata migliore per tuffarsi in piscina e raggiungere casa sua a nuoto?
Una mappa mentale definita in testa e una decina di km per raggiungere casa sua attraversando siepi, boschi e tuffandosi in tutte le piscine delle case private. Casa di amici, conoscenti del suo rango per lo più.
All’inizio l’avventura è divertente e le forze atletiche di Neddy tengono il ritmo, poi ad un certo punto cambia tutto.
Cambia il clima atmosferico, le stagioni, i profumi, l’estate lascia spazio all’autunno ai profumi dei crisantemi, le forze vengono meno, i muscoli si assottigliano e piano piano annega la menzogna per far emergere la realtà con un colpo di scena che si svela pian piano.
Il nuotatore è anche il titolo del libro all’interno del quale sono inseriti altri 3 racconti, che fanno parte del volume: The Stories of John Cheever che valsero all’autore il Premio Pulitzer nel 1978.
Una voce autorevole che si legge in poco più di 15 minuti. Nonostante la brevità, è in grado di gettare le basi per alcuni argomenti topic del suo stile: la fragilità delle apparenze, la felicità artificiale, la caducità dei rapporti.
Che dire, per chi vuole approfondire questo non è che l’inizio.
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