Per parlare di Il Maestro e Margherita citerei Boris: Sei un po’ matto?! ma è una qualità….
Ho delle difficoltà con i nomi: chi mi conosce sa che facilmente quando leggo di qualcuno per la prima volta o parlo con qualcuno che non conosco che, per esempio, si chiama Giovanni, per me facilmente diventa Gianni o Guido o Giuseppe. Stessa cosa per i cognomi. Se uno si chiama Andrea Montale, sicuramente dovendo citarlo lo chiamerò Antonio Montello. Non so per quale motivo, probabilmente una dislessia latente o una disattenzione persistente più probabile, ma mi succede sempre.
Cito alcuni dei personaggi di questo libro: Michail Aleksandrovič Berlioz, Ivan Nikolaevič Ponyrëv detto Bezdomnyj (perchè poi?), Behemot, Verenucha. Sarà chiaro che il mio senso di sollievo maggiore, deriva dal fatto che lo scrittore ha deciso di chiamare due dei personaggi principali Il Maestro e Margherita.
Il primo libro
Il romanzo si divide in due libri: il 1° inizia con due personaggi seduti sulla panchina di un parco a Mosca; il poeta e il direttore di una rivista letteraria molto in voga negli anni ’30, che stanno parlando dell’inesistenza di Gesù Cristo.
A questo punto si avvicina un terzo soggetto, Woland, che vuole convincere i due dell’esatto opposto, portando a testimonianza la sua presenza a Gerusalemme ai tempi di Ponzio Pilato.
Per dare maggiore fondatezza alla sua tesi, predice con anticipo la morte del direttore, che si verificherà da li a poco. Berlioz, infatti verrà decapitato dal tram uscendo dal parco.
A seguito di questo fatto inspiegabile, il poeta viene rinchiuso in manicomio.
I prodigi e le insensatezze non sono finiti, Woland si instaura infatti nell’appartamento della vittima con tutto il suo seguito: un’inserviente strega tutto fare, un gatto parlante di dimensioni mastodontiche e due servitori.
Nei giorni di permanenza in città si manifestano fatti inspiegabili ad opera dell’esperto di magia nera.
Intanto in manicomio, dove via via vengono rinchiusi tutti coloro che subiscono gli effetti della malefica gang, il poeta fa la conoscenza di un vicino di stanza: Il Maestro.
Questi dopo aver vissuto una relazione clandestina con Margherita e aver ricevuto pesanti critiche dai letterati di Mosca per il suo libro su Ponzio Pilato, è impazzito.
Sarà proprio Il Maestro a svelare a Ivan Nikolaevič, che la persona da lui incontrata al parco altri non è che Satana, il che comprova tutta la sua storia.
Il secondo libro
Racconta di come Margherita, perdutamente innamorata del Maestro e senza pace per la sua misteriosa scomparsa, stringa un patto con il diavolo per riavere il suo amore.
Le ultime pagine ci raccontano il ritorno alla normalità e gli strascichi che l’incontro con Satana ha lasciato nei suoi interlocutori. Quando si dice “il diavolo ci mette il suo zampino”.
A fare da filo e legante di tutto il libro è il processo di Ponzio Pilato a Gesù Cristo, che corre in parallelo alle vicende che si svolgono a Mosca negli anni 30.
La storia del Maestro e Margherita
Pubblicato post mortem per la prima volta a puntate sulla rivista Mosca tra il 1966 e il 1967, è stato scritto tra il 1928 e il 1940, ma la pubblicazione venne rifiutata dalla censura sovietica nel 1930.
Sembra che in un impeto di disperazione Bulgakov abbiamo anche bruciato il manoscritto, per poi riprenderlo in mano fino al 1940. Ma senza ultimarlo.
La moglie lo concluse e lo pubblicò a partire dal 1966, ma per avere una versione priva di censura, l’Unione Sovietica ha dovuto aspettare il 1973.
Oggi Bulgakov è uno degli scrittori più celebrati in Russia insieme a Tolstoj.
Parere
Devo ammettere che contro ogni mia previsione, questo libro mi è proprio piaciuto.
Originale, ironico, surreale, intelligente e coinvolgente. A tratti, quando la storia si faceva troppo onirica, ho perso un po’ il filo, ma sfido chiunque a non tornare indietro di qualche pagina quando un granchio guidatore traghetta Margherita su una automobile volante, chiamato a servizio da un essere con i piedi caprini che ha fabbricato un telefono con un ramoscello…. eh??!!
Ad ogni modo, la storia è avvincente e diversa dagli standard che vorrebbero il diavolo in corna rossa con la coda imbracciare un tridente. Satana è piuttosto un’entità beffarda che punisce la corruzione e le meschinità come un arbitro giustiziere.
Probabilmente a questa affermazione mia zia si sarebbe fatta il segno della croce più volte, ma il diavolo non è poi, qui, così cattivo, piuttosto uno spirito libero e senza costrizioni, a tratti benevolo.
Chi ama deve condividere la sorte dell’amato.
Se avete voglia di un classico per niente scontato, Il Maestro e Margherita fa senza dubbio al caso vostro. Un consiglio: datevi tempo, leggetelo con calma. Ci sono frasi che rimangono impresse.
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