Il Conte di Montecristo

Avventura senza età. Chi non vorrebbe essere Dantes?

Immaginate di essere un giovane che ha sempre dovuto lavorare per vivere, di ritorno da una missione per mare in cui è morto il capitano è voi siete, a dire di tutti, il leggitimo e degno erede. Pensate anche di avere una ragazza che vuole sposarvi e un padre solo e con pochi denari che vi aspetta. Sbarcato a riva il proprietario della barca vi fa i complimenti per aver condotto in porto l’armeggio e promette di farvi capitano il giorno seguente.  Pieno di speranze, fisssate le nozze e andate a prenotare il banchetto per annunciare il lieto evento a tutti. Qui vi arrestano e vi mandano senza alcuna ragione in galera dove vi rimarrete, dicono, per tutta la vita.

Vi sono esseri che hanno sofferto tanto, e che non solo non sono morti, ma hanno edificato aspetta come un faro per le navi una nuova fortuna sulla rovina di tutte le promesse di felicità che il cielo aveva loro fatte.

Anche se sembra terribile, e lo è, non tutti i mali vengono per nuocere: Edmond riesce a fare amicizia con l’abate Faria, a pochi passi dalla sua cella. Faria rivela a Edmond il suo segreto: a Montecristo esiste un isola piena di tesori che avrebbe reso ricco chiunque ne entrasse in possesso. Edmond riesce a scappare approfittando della morte dell’amico e si dirige a Montecristo, trova il tesoro e ne diventa il conte non che unico abitante. Edmond tornato alla civiltà capisce di essere stato vittima di un complotto e si vendica di coloro che l’avevano tradito non senza elargire ricche ricompense a quelli che invece avevano sempre patteggiato per lui.

Dumas, è Dumas.

Chi ha trovato belli i 3 moschettieri, non rimarrà deluso, ci sono un po’ meno cavalieri, ma il senso del dovere è rimasto immutato, le avventure non mancano e la storia ricca di dettagli non stanca per un attimo.
Scritto nel 1844 ha un climax sopraffino che ti tiene stretto al libro dall’inizio alla fine.
Sarebbe degno di essere scritturato dalla Marvel per un film sui supereroi: voglia di vendetta, senso della giustizia, amore, avventura, le carte in regola ci sono tutte per un Super Edmon.
Nelle sue triplici vesti di Simbad il marinaio, dell’Abate Busoni e di se stesso, ce n’è abbastanza per un libro che ha valicato i secoli molto meglio di quanto non abbia fatto Superman con la kryptonite.

 

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