Frate Zitto

Corto, cortissimo eppure così forte.

Frate Zitto è un monaco che all’età di 42 anni decide di non parlare più. Succede e basta.

Da prima i suoi superiori lo implorano, lo esortano perché riprenda l’uso della parola. Ma lui niente, continua nel suo mutismo anche quando gli rovesciano addosso una pentola bollente sui sandali, quando lo derubano e lo malmenano.

Il padre priore dapprima mi volle dissuadere. Disse che il voto del silenzio è una pratica seria, che non nasce da un istante. Aggiunse anche che il mio inspiegabile sapere metteva in difficoltà i confratelli, che non potevo essere così egoista e superbo, lingua e parola sono doni di Dio. Dio è verbo. Mi lesse la Bibbia. Mi scongiurò quasi piangendo. Poi si rassegnò.

Poi successe. In una giornata di pioggia lei entrò in convento e gli sciolse la lingua.

Siamo noi le parole.

Il libro, tratto da La Grammatica di Dio è brevissimo, se di solito inserisco questa tipologia di lettura nella sezione il tempo di una pausa mi sento di dire che questo lo si legge mentre si aspetta che la moka erutti… però è così delicato, sensibile e forte che anche solo 13 pagine fanno spessore.
Consigliassimo a chi vuole iniziare la mattinata con profondità!

Valutazione

 

 

 

 

2 commenti
  1. Giulia
    Giulia dice:

    Avevo forse troppe aspettative per questo racconto.
    Di sicuro è molto delicato ma mi ha lasciato la sensazione di incompiuto: gran parte dello spazio è dedicato all’attesa di quella giornata di pioggia…ma poi finisce piuttosto in fretta.
    Forse, anche per il lettore, il silenzio è più potente di qualsiasi parola scritta ma avrei voluto leggere ancora.
    Grazie comunque!

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    • 6recensito
      6recensito dice:

      Si, è così però credo sia uno di quei libri che va meditato…qualcosa rimane. Anche dopo.
      Grazie a te!

      Rispondi

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