57.

Che i festeggiamenti abbiano inizio. Ci ho messo un po’ a scrivere questo post perchè non sapevo bene da dove incominciare.
Come sempre, la cosa migliore è partire dall’inizio.

I primi festeggiamenti pre matrimoniali partono da Barcellona con amici italiani, spagnoli, in generale cittadini del mondo. Un aperitivo italiano a regola d’arte con focaccia alle cipolle, nodini di mozzarella, pizza con i pomodorini, verdure al forno, torta mimosa e 5 kg in più per tutti sulla bilancia. Che meraviglia! Quando si dice che il cibo unisce, non può essere più vero.

Poi il fine settimana è proseguito con il mio addio al nubilato, camminata in montagna (ah! La montagna) neve, tanta neve inaspettata, una mangiata degna di un rifugio, tante risate, le amiche di una vita e altro squittissimo cibo.

Sono stati giorni intensi, speciali. L’affetto delle persone che conosciamo da poco, quello delle persone che conosciamo da sempre. Un abbraccio che in questo caso davvero attraversa i confini.

Anche i libri hanno un ruolo importante in questo fine settimana. Ho ricevuto infatti in dono un libro, uno per ogni amica, con una dedica speciale. Ogni libro ha rappresentato qualcosa per la persona che me l’ha regalato: una fase di vita, un insegnamento, un ricordo speciale, che adesso è passato nelle mie mani e mi sento improvvisamente detentrice di un tesoro incredibile da custodire gelosamente.

Vorrei dire tante cose rispetto a questi giorni pre matrimoniali, ma mi sembrano tutte poco appropriate e alcune ve lo assicuro, lo sono sicuramente, tipo quella riguardo a quegli…. va bè dai lo tengo per me.

Il succo è che ci sono tante cose che fanno un evento, e altrettante che ti fanno perdere il senso di quello che sta per succedere. Ci si focalizza sui dettagli, che certo sono importanti, ma non sono tutto. Pazienza se i confetti a tutti i gusti più uno che ho ordinato non piacciono a tutti, vorrà dire che li mangerò tutti io, e se quel nome non è scritto su due file ma su una non è importante, avremo contribuito a salvare in minima parte una cellula di albero, e se la zia Giovanna non ha trovato le scarpe in tinta con il camauro, ce ne faremo una ragione, io sicuramente, lei col tempo forse anche.

Di questi giorni, una cosa mi è rimasta addosso come una piacevole sensazione: le attenzioni delle persone che ho incontrato, di quelle che non vedevo da tanto e di quelle che hanno voluto essere presenti nonostante non parliamo neanche la stessa lingua.
Poi ecco, se il mio futuro marito si presenta all’altare in pijama, bè ecco forse dovrò rivalutare la mia posizione circa i dettagli.

 

 

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