La sinfonia più bella di Beethoven
Ho passato la mia pausa pranzo in compagnia di questo brevissimo testo, scritto niente po-po di meno che dal Premio Nobel Nadine Gordimer. Nobel + letteratura mi sembrava un bel mix che si sposava bene con il mio risotto.
La storia parte da un annuncio alla radio dove un presentatore per attirare l’attenzione del suo pubblico dichiara che Beethoven era per un sedicesimo nero. Il protagonista, un bianco integralista accademico decide di ripercorrere la sua storia familiare per scoprire se l’assunto corrisponde a verità.
Faccio una precisazione, la storia si svolge in Sudafrica a 14 anni dalla fine dell’apartheid:
se un tempo tutti desideravano avere almeno una goccia di sangue bianco nelle vene, oggi vale l’esatto contrario, e avere almeno un sedicesimo di sangue di colore è raccomandato quasi si trattasse di un indizio di ‟nobiltà sociale”.
Un ribaltamento di prospettiva con una chiave di lettura che finalmente sembra accettare la realtà umana come miscuglio di provenienze diverse.
Beethoven era per un sedicesimo nero, non è solo una storia breve, è il titolo di una raccolta che l’autore scrive per narrare al mondo la situazione africana ,molto cara all’autrice, che da sempre si batte contro il segregazionismo e la censura a cui lei stessa è stata sottoposta.
Non è un libro facile, almeno io non l’ho trovato tale, ma se avete voglia di una pausa intellettuale che può aprire svariati capitoli di storia contemporanea, fa sicuramente al caso vostro.
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