Becoming

E niente… è imperdibile

Ho letto diverse recensioni prima di prendere in considerazione di leggere il libro di Michelle Obama. Quella cha mi ha convinto di più è quella di Valeria Palermi di D- la Repubblica:

Previsione facile facile: lo leggerete. Perché “Becoming” sarà il libro dell’autunno, e non solo in Italia: ovunque.

Non avevo mai letto una biografia prima, le ho anche sempre considerate un auto celebrazione un po’ ostentata, tuttavia se sei la prima donna di colore ad essere la First Lady per due mandati di un presidente nero, qualcosa avrai da dire.
Più di qualcosa in verità, a partire dal fatto lampante che sono 502 pagine.
La storia di Michelle Obama parte da lontano, dal South Side di Chicago in un quartiere popolare dove ha vissuto con la sua famiglia, senza possedere una casa di proprietà sopra l’appartamento dei vecchi zii.
Una ragazza sveglia, con un senso pratico estremamente spiccato e una domanda assillante che ritorna in tutte le fasi della sua vita: sarò brava abbastanza?

La risposta è sì. E’ brava abbastanza da rientrare in un programma privilegiato per studenti meritevoli, da andare al Princeton College prima, poi ad Harvard e accedere ad una delle Università di Legge più prestigiose di tutto il paese che conseguentemente danno accesso ad un prestigioso studio legale ai piani alti di Chicago.

Barack Obama fa la sua comparsa a metà del libro, in ritardo davanti alla scrivania di Michelle nello studio legale dove è atteso per fare il suo praticantato. Michelle è il suo tutor, il suo riferimento e quella con 3 anni di esperienza, lui una matricola ancora all’Università.

La storia che non conosciamo 

Il libro, oltre ad essere molto divertente, scorre molto veloce e getta una luce per me assolutamente sconosciuta su molti aspetti della vita presidenziale a cui non avevo mai pensato.

Che Michelle Obama fosse diversa dallo stereotipo delle First Lady sorriso/ammicco/stringo mani, era lampante, ma personalmente ignoravo completamente la sua storia: il fatto che fosse una donna in carriera, con un futuro avviato di tutto rispetto e una delle donne migliori nel suo percorso accademico.
Non ci sono mai, per fortuna, aspetti da Amici o c’è Posta per te: la ragazza povera ma intelligente che sposa il Presidente. Affatto.
La Famiglia Robinson, non è ricca ma non è povera. E non c’è mai per tutto il libro una sola inflessione che possa rassomigliare a “se solo avessi potuto”, “non ce lo potevamo permettere”. Per fortuna, perché il libro sarebbe piombato senza colpo ferire dall’originalità al becero.

Mai, e lo ridico perché secondo me è un concetto chiave per apprezzare il volume, c’è una tonalità di vittimismo. E stiamo parlando di una bambina prima e donna dopo nera, appartenente ad un ceto medio basso di minoranza etnica, che ha accesso negli anni ’70-’80 ad un livello di istruzione riservata al 90% a ragazzi bianchi.

La conclusione

Michelle Obama, qualunque sia il suo spessore politico è l’esempio di una donna che con le sue capacità è arrivata in alto. Senza tirarsi indietro.

L’arrivo alla Casa Bianca, gli 8 anni come First Lady arricchiscono il libro di spaccati insoliti e fuori dal comune di una famiglia che si trova improvvisamente sotto i riflettori di tutto il mondo, che non può guardare fuori dalla finestra e che per uscire sul balcone deve far sgomberare e bloccare un’intera strada.
C’è anche molto di più, il senso di responsabilità della nazione più potente del mondo, le gaffe epiche con la Regina d’Inghilterra e una soddisfazione di fondo che deriva dalla capacità di investire tempo e risorse in uno scopo in cui si crede con convinzione.

Non ho il metro di valutazione per giudicare l’operato del Presidente degli Stati Uniti, ma volendo guardare oltre, ho scoperto attraverso le pagine una donna forte, emancipata, testarda senza paura di esserlo.

Probabilmente è vero quanto afferma Io Donna in concomitanza alla pubblicazione del libro:

L’attesissimo memoir dell’ex first lady USA è già un fenomeno, ancora prima di essere in libreria.

Assolutamente da leggere.

 

 

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